Un pensiero dolce

Nella propria mente, lui si è già impadronito di molti pensieri. Ma è quando si inserisce spesso nei discorsi con gli altri, che allora ne si percepisce la profondità.

Lui è bello. È bello per gli occhi, ma soprattutto perché ha quella purezza unita a diavoleria, con la capacità di far provare qualcosa.

Lui è brividi costanti lungo la schiena, per cui c’è quell’esuberanza che porta a fare le vocine stupide, a voler le coccole e a sentire la mancanza.

Lui è profondità, in cui lasciarsi andare senza timori e paure, anche se quella strizza di insicurezza rimane sempre, di fronte a tanta felicità.

Lui è un pensiero dolce, bellissimo, che lascia quella sensazione di calore che abbraccia e avvolge.

Lui, è lui.

E io voglio essere forte abbastanza per godermelo tutto.

Per me di 17 ottobre

Da quanti mesi che non scrivevo qualcosa solo per me! Sarà che negli ultimi mesi non ho avuto pensieri così tristi come, rileggendo alcuni miei post, al mio solito. Forse è perché oggi entro ufficialmente nella vecchiaia (sono 30, cazzo!) e ho per la prima volta nella mia vita un contratto a tempo indeterminato.

A volte la vita sembra farci rivivere dei deja-vu senza fornire indicazioni. In altri momenti, invece, ci sembra di perdere familiarità con le varie situazioni che si paranao davanti a noi. Chissà, la mente è una cosa particolare.

Comunque dicevo, che bel periodino che si sta chiudendo per me… Sono successe tante cose, sia belle che brutte o strane. Non saprei riassumerle, ma citando solo qualche episodio recente di esempio potrei rendere l’idea. Ho visto per la prima volta un concerto allo stadio di Wembley a Londra, ma non un live qualunque, era l’eventro tributo a Taylor Hawkins dei Foo Fighters. Ed ero in prima fila (lavorativamente parlando ha portato delle belle soddisfazioni). Un paio di settimane dopo, però, è morta la mia Charla. Poi ho vinto il tanto agoniato e atteso bando di concorso per la Scala… e oggi sono tornata lì, non pensavo neanche di passare, figurati vincere. Inoltre, sto scompando molto.

Come andrà dopo oggi? Chi può dirlo: ho un po’ di ansia. Spero di continuare comunque a fare tantissimo sesso.

Perché è successo tutto di lunedì 17 ottobre? Non so, ma ora sono pronta per il nuovo album degli Arctic Monkeys (sì, fare la giornalista di musica – ah si, ovviamente anche quello continua – ha i suoi vantaggi).

Ho come la sensazione che…

la vita mi stai scivolando via come seta tra le dita.

Non so spiegare bene questa sensazione e forse è proprio questo il punto in cui sono bloccata: non so esattamente cosa mi stia succedendo, ma ho come la sensazione di perdere costantemente il controllo e di non sapere come muovermi.

Non riesco a leggermi dentro e non so capire a cosa sia dovuto il blocco che avverto nei miei pensieri, nella mia pancia, che si fa via via sempre più pesante.

Come se un’ombra oscura si fosse agganciata a me fino a sovrastarmi. Quando alzo gli occhi al cielo faccio fatica a vedere la luce, e guardarmi indietro mi fa un po’ paura.

Forse dobbiamo tutti guarire da qualcosa, e sta a noi scegliere di scoprire di cosa si tratta.

Fame chimica sul divano

Forse ciò che più desideriamo è qualcosa che non possiamo ottenere (possibilità 0,00001 su 1000 al 99,99%).

Così, mentre stasera ero a bere una birra e casualmente c’era lì quello che al momento mi piace, stavo lì a pensare a… boh, come potrei spiegarlo?

Forse lasciamo perdere e io mi alzom dal divano per prendere le Pringles.

Delusione

Perché ci vuole davvero un niente che una persona mi delude?

Non penso di aver grosse pretese, di aspettarmi chissà cosa. Però so cosa non tollero delle persone. Non sopporto la superficialità.

È una cosa che mi ci vuole un attimo da captare in qualcuno. Soprattutto se unita a presunzione, peccando di umiltà.

Che si fa? Si scappa? È possibile curare una persona così? Mah.

Cose così

Tra i ricordi Facebook oggi mi è spuntato fuori un post, che ho originariamente condiviso il 24 dicembre 2015. Esattamente 5 anni fa.

È una cosa strana: non ricordo quando mi è successo di nuovo. Sta di fatto che rileggendo quelle mie parole di qualche anno fa, mi sono trovata d’accordo con me stessa, riprovando – per di più- la stessa sensazione che provavo in quel periodo. (Ora come allora, infatti, mi sono tolta qualche sassolino dalle scarpe… e per di più ho lasciato indietro qualcosa che doveva stare indietro da tempo, in parole povere).

Non credo in dio, non professo nessuna religione, credo solo in qualcosa che si chiama comunemente Amore.
Forse vittima dei ricordi d’infanzia, del consumismo o del pandoro, ma per me il periodo di Natale è ció che piú si avvicina a quella felicità malinconica che celebra l’amore.
Ecco, io amo il Natale. Auguri!
🌹❤️🎄🎅🏼🎉 #innamoratadellamore

Vabbè, ora che lo si ha davanti agli occhi… diciamo che in quel periodo ero molto più zuccherina di ora. Forse adesso userei parole un pochino più pesate, ma anche equilibrate.

Invecchiando si perde l’entusiasmo? O si acquisce solo una forma di entusiasmo più consapevole?

Buon Natale

Chissà come andrebbe se mio padre fosse ancora qui oggi

Mio papà era un grande uomo, e anche un gran signore: bestemmiava solo quando c’era motivo di farlo; portava sempre la camicia, anche se era la persona più punk che abbia mai conosciuto.

Mi manca tanto. Al giorno d’oggi credo che ci sarebbe bisogno di una persona come lui: difficile; come era difficile tenergli testa; buona, come la pizza che faceva; divertente e spaventoso, come lo era la sua faccia quando beveva troppo; incattivito, come lo sono io; intelligente, come non lo voleva dare a vedere; uomo, come non lo sono quelli che ho conisciuto finora; appassionato, ma solo di cose per cui valeva la pena esserlo; amore.

Non so perché sono finita a pensare a lui. Ma tant’è.

Voi lo sapevate che io ho scritto l’inizio di un libro?

Io no! Non lo ricordavo proprio. Ho ritrovato ora le pagine che scrissi, con i racconti, i dialoghi… Se non avessi ritrovato adesso, tra i documenti di Pages salvati sul cloud quei puerili tentativi di iniziare a scrivere un libro, non me lo sarei mai ricordato.

Si tratta comunque di anni fa. E mi ha fatto un effetto strano rileggere le sensazioni che provavo e l’atmosfera che mi circondava all’epoca.

A 27 anni…

quasi 28, posso permettermi il lusso di urlare che voglio le coccole? Ah no, non posso? (Questa citaz. che tutti voi conoscerete bene perché vi immagino tutti attenti e informati su ciò che accade a sto Paese di babbei).

Bè comunque sia, se non posso mi metterò a far versi stile Pingu (Noot noot, presente) perché mi va così.

P.s. buon settembre, anche se in ritardo e anche se fa ancora un caldo bestiale.

Senza tette

Se non hai le tette grosse (o meglio, quando le tette praticamente non le hai) il costume da mare non ti starà mai bene. Non importa quanto tu stringa i laccetti, i capezzoli riusciranno sempre a fuoriuscire dal triangolino, in qualsiasi momento, quando meno te lo aspetterai.

Se non hai le tette (grosse) l’uomo che ti piace farà sesso con te un paio di volte e, mentre tu ti innamorerai di lui, il suddetto homo sarà già appresso a un’altra.

Se non hai le tette (grosse) gli anni che dimostri saranno sempre inferiori rispetto alla tua età anagrafica.

Se non hai le tette (grosse), dovrai per forza sforzarti a essere simpatica e intelligente. Questa è una prassi. A meno che tu non ti arrenda e decida di astenerti a qualsiasi tipo di rapporto con un essere di sesso opposto. (Se sei lesbica non lo so, pardon).

Se non hai le tette (grosse), sarai sempre l’amica. Che palle.

Se non hai le tette (grosse) puoi allattare tranquillamente? (Chiedo)

Se non hai le tette (grosse) ti mancherà sempre un antistress da toccare in ogni momento della giornata.

Se non hai le tette (grosse) troverai sempre qualcuno che t prenderà in giro.

Se non hai le tette (grosse) la società riuscirà sempre a farti sentire in difetto.

Se non hai le tette (grosse)… ma vaffanculo! È una gran figata. Non metti mai il reggiseno, puoi fare qualsiasi tipo di attività sportiva senza sentir dolore. Quando la tua femminilità si fa sentire e le tette si gonfiano, sarà sempre una gran sorpresa. Puoi scoprire quanto alcuni uomini sono dei coglioni, e quanto altri – invece- possono essere fantasiosi.

Se non hai le tette (grosse) è una figata!

In ferie

Oggi alle 15.30 (più o meno, il computer l’ho spento alle 15.50 in realtà) sono iniziate le mie ferie. Ho pulito casa, ho cambiato le lenzuola del letto e mi sono messa sul divano con un porrino. In tv sono riuscita a vedere la fine di “Coco Avant Chanel” – lo davano su Canale 5, assurdo! (Quanto mi piaceva quel film anni fa). Ho poi deciso di andare in birreria. Ho bevuto due ipa, preso una birra da portarmi a casa e mi sono diretta verso il cinese. Ho ordinato giusto due robette da mangiare a casa.

In questo momento sono seduta fuori dal ristorante, per terra, aspettando che la mia cena take away sia pronta. Sto ascoltando i Green Day, come non facevo da anni. Mi ero pure scordata che mi piacessero. Ieri ho scritto un pezzo su di loro e mi sono tornati in mente. Quando ero più piccola, ogvero quando il mondo mi sembrava a portata di mano, avevo consumato i loro dischi. Penso che sia il primo momento tranquillo dopo tanto tempo. Domani mattina parto per la Sardegna e immaginavo che stasera avrei dovuto salutare gli amici, passare da mamma, uscire, fare serata. Invece, ho voglia di stare da sola. Andare a casa e finire quelle due recensioni che so che voglio fare. Anzi, diciamo che voglio provarci. Ma voglio anche riuscirci. Andrei in vacanza sentendomi in difetto. Ma amo ciò che faccio; nonostante le difficoltà, le tante volte in cui mi lamento, è la verità e voglio fare bene.

Spero solo di riuscire a rilassarmi in vacanza. So che è quello che sperano tutti; ma io lo spero davvero. Voglio riposarmi, più che altro, e tornare con la voglia di spaccare il mondo, che ho sempre avuto e che da qualche mese mi sembra di aver perso.

Daje.

Knockin on heavens door – Bob Dylan

Da alcuni mesi a questa parte, quando mi sveglio, tutte le mattine mi sembra di essere sull’orlo di piangere. Appena apro gli occhi, per prima cosa riesco a mettere a fuoco solo tutto quello che non va. Il risveglio si fa così caotico, nervoso, pesante e l’unico desiderio è quello di rimettersi a dormire. Dormire e lasciare tutto fuori.

Ci vuole uno schiaffo per riprendersi. Uno schiaffo così forte che mi alzo dal letto già sfinita. Però, almeno, apro gli occhi.

La mattina mi ritrovo così a dover fare una scelta: proseguire nel mio egoismo e perdermi nei problemi, oppure ripigliarmi.

La scelta è solo mia: sono io che decido come guardare in faccia la realtà.

Qual è la realtà? Semplice: la realtà è che sono capricci, i miei non sono problemi; dopotutto, sono pur sempre in una situazione privilegiata.

La mia realtà? È che sta diventando tutto troppo grande e non so se ce la posso fare. Eppure, continuo a ripetere a voce alta che ce la faccio, voglio farlo. E allora, qual è la verità? Come stanno le cose?

10 anni

Si dice che il tempo è tiranno e che dieci anni sembrano volare.

A volte, infatti, sembra solo ieri; altre, invece, i dieci anni che sono passati si fanno sentire. Dal ricordare la tristezza che ho provato nel realizzare che non avremmo più riso insieme, che non sarebbe più venuto a vedermi ballare, che non ci sarebbe stato ai grandi eventi – tipo la laurea, o (ebbene sì, devo ammettere di averci pensato) che non mi avrebbe accompagnato all’altare – è un attimo che passo al farmi prendere dalla paura, con l’ansia di dimenticarmi la sua voce, il suo odore, le sue espressioni.

In alcuni, pochi, momenti però riesco a dimenticarmi del tempo. Mi dimentico la tristezza e la malinconia e riesco a rivedere nella mia mente certi momenti ed è impossibile, per me, non sorridere. Perché quando penso a lui, penso solo che lui viveva e lasciava che io lo guardassi vivere, per farmi vedere quanto è bella la vita. Mi ha cresciuto con il sorriso insegnandomi ad amare, mi ha fatto scoprire il valore dei sogni e io lo porterò sempre nel cuore.