Mordiamoci le code

qualsiasi cosa io faccia, in qualsiasi modo io mi comporti, qualsiasi decisione io preda, qualsiasi cosa io pensi o dica

l’unica che corre il rischio di rimanerci male sono comunque io

E la sensazione è sempre quella. Quella di un buco nello stomaco che ingloba dentro di se tutto quanto, fino a non lasciar altro che la sensazione di vuoto.

Costanti

Ogni tanto mi soffermo a pensare su piccole assurdità che non so se analizzarle, pensandoci, oppure ignorarle. Ignorarle. Sì, mossa saggia.

Ah, ma quanto mi piace tormentarmi però.

Comunque quello a cui sto pensando non è neanche così fastidioso. Fa sorridere. Almeno a me. In qualche modo porta sul piano della leggerezza qualcosa che, invece, andrebbe più a braccetto con malinconia e delusione.

Premessa: farò riferimento a qualcosa che si riferisce a certi casi in generale. Ognuno dei quali è diverso da altri ma che la mia sensibilità accusa allo stesso modo e ingloba nello stesso macro contenitore – ovviamente poi con le dovute distinzioni.

Sta di fatto, almeno così parrebbe, che ogni qualvolta io sia stata preda di una delusione d’amore o ci sia rimasta male per qualcosa o qualcuno, ho sempre poi ben pensato di tatuarmi (sono escluse da questo conteggio solo due casi).

Ogni tatuaggio che ho è legato a me personalmente, a miei idee e sensazioni. Mai nessun segno che porto sulla pelle si riferisce a una persona. Però, ogni volta che ho sofferto per una storia finita oppure ci sono rimasta male per qualcosa di mai iniziato, ho scoperto di intraprendere un viaggio introspettivo che mi ha permesso di scoprire meglio un lato di me. Così, sono emerse anche idee visive, immagini o storie da portare sulla pelle.

Sì mamma, ho appuntamento dal tatuatore.

Ma come devo dirlo

Volevo scrivere qualcosa ma di punto in bianco me ne sono dimenticata. Ho perso le parole che mi ronzavano in testa.

Così come quando mi sembra di aver qualcosa di importante da dire ma scordo come esprimerlo.

Qualcuno potrebbe affermare che forse non è così importante. Invece per me ha un certo valore e riguarda ciò che più mi assilla al momento.

Forse è perchè non ci sono parole che possano valer la pena. Non ci sono concetti da esporre; non ci sono teorie da imbastire e non c’è il modo giusto per dirlo.

Ci sono solo dati di fatto. E rimangono lì. Chiari ed evidenti. Come se nulla possa cambiarli, a parte le mie illusioni. Così le mie parole si trasformano, non rivelano tutto e suonano quasi come delle verità nascoste. Sono parole non dette infondo. Forse sono solo timidi. O consapevoli.

Aggiornamento umile

Sono giunta alla conclusione che avendo ora le tette grosse dovrò tornare a munirmi di reggiboobs!

Sono umilmente passata dal portare una zero, ovvero il nulla perchè non esiste (non ho mai usato reggiseni, che goduria, n.d.r.), a una prima.

Pamela Anderson scansati.

Sono comunque decisa a voler tornare al free boobs nel minor tempo possibile. Quindi, siccome repetita iuvant, da oggi dieta. E infatti non ho neanche mangiato (e finito) il mio pacchetto di patatine giornaliero oggi.

THE STOOGES – DD’S (30/04/2013)

Da oggi dieta!

Avete presente una di quelle tipiche scene da film, ambientata in uno di quei grandi negozi che vendono articoli per l’igiene, con una tipa a caso che chiede sotto voce alla commessa dove trovare un test di gravidanza prima di tornarsene a casa, chiudersi in bagno e attendere il verdetto in quei tre minuti di ansia e angoscia in cui la sua intera vita le passa davanti agli occhi ripensando a quell’ultima volta e a quell’ultimo ragazzo che è riuscito a farle provare il brividino lungo la schiena perdendosi in quell’illusione romantica prima di ritrova la sensazione di malinconia tipica di chi non è amato?

Ecco, non è incinta ma solo grassa con le tette più grosse del suo solito!

ARCTIC MONKEYS – AM (09/09/2013)

Facciamo pace

C’è qualcosa che si scatena dentro ogni persona quando non si hanno pensieri lucidi a cui dar retta. Si è in preda a un delirio di sensazioni che giocano a flipper. Nella testa tutto è un gran casino; rimbomba qualsiasi cosa. Non ci si riesce a dar tregua neanche per un secondo.

Sono cattivi segnali, non si dovrebbe neanche reagire ma cercare di far pace con tutto ciò che crea un aggrovigliamento nello stomaco. Invece si finisce sempre con l’umore sotto i piedi. Tutto perde colore, qualsiasi cosa crea fastidio e diventa motivo di distrazione.

Che palle.

JMSN – IT IS. (06/05/2016)