Un pezzo

Quando è morto mio papà, così da un giorno all’altro, pensavo che non ce l’avrei piú fatta a vivere. Non ho mai pianto cosí tanto come quella volta e quando ho smesso, con mio grande disappunto, mi sono accorta che intorno a me il mondo continuava a girare come se niente fosse. Ma come poteva l’universo non accorgersi che in una stanza di una casetta di un paesino di provincia c’era una ragazza tanto disperata che si gongolava nel letto sulle note di Hallelujah di Jeff Buckley che risuonavano a ripetizione continua? Il cielo oltre il tetto di casa continuava ad esibire quel sole caldo e fastidioso di fine luglio, e neanche si accorgeva di un dolore tanto lancinante, che mi faceva pulsare persino le tempie che cosí odioso e inspiegabile anche lo stomaco si contorceva. La vita intorno a me proseguiva, i professori non abbandonavano la filosofia della stronzaggine, io non smettevo di incazzarmi per il ritardo dei treni, le lezioni di danza non avevano cambiato orario e il mio ragazzo non si era fatto problemi a tradirmi per poi lasciarmi.

Nessuno si ferma per prendere su di sè il tuo dolore e tu devi portartelo dietro a lungo come uno zainetto scomodo, pur di continuare a camminare sulla tua strada. Ci vuole tempo per abituarsi alla sua pesantezza e un grande coraggio per cercare di alleggerirlo. Asciugandosi il volto dalle lacrime e guardando con piú lucidità si riuscirà anche a capire che non tutti seguivano quel vortice instancabile senza accorgersi di te, con il tempo si puó riconoscere chi era lí a stringerti la mano e ad accarezzarti il cuore, veramente. E saprai che anche il cielo ti vuole aiutare quando la luna, il sole e le stelle faranno luce su alcune persone e le riconoscerai perchè senti che erano già lí con te ancora prima di incontrarle.

Ce la si fa, si va avanti anche con qualche pezzo fuori posto e ricostruito male. Ma ce la si fa.

Ce la si fa sempre.

Elena

(se ti ho mandato questo link perdonami per il tempo che ti ho rubato. È un grazie silenzioso, ho voluto regalarti un pezzettino di me.)